Il Parco nazionale del Gargano
è stato istituito con l'articolo 34 della legge 6 dicembre 1991
n. 394. Si estende per 118.144 ettari (una delle aree protette più
estese). Fanno parte del parco le quattro isole Tremiti (riserva
marina).

Al suo interno si incontrano i paesaggi più diversi: dalle più di
2200 specie botaniche, alle fitte ed estese foreste, dalle alte
falesie sul mare ai grandi altipiani carsici, dalle gole ripide
e boscose ai grandi laghi costieri. Le più importanti formazioni
vegetali che si possono incontrare sono la faggeta e la cerreta.
Il parco ha una ricca presenza faunistica. Si va dalle ben
170 specie di uccelli, ai rapaci quali: la poiana comune, il gheppio,
lo sparviero, il falco pellegrino, il gufo reale, il gufo comune,
il barbagianni, l’allocco e l’assiolo.
Il Gargano, o meglio, il Parco Nazionale del Gargano, ha una
ricchissima presenza faunistica, grazie alla quasi totale inaccessibilità
di alcuni luoghi.
Scomparsa la gallina prataiola e in via di estinzione la lepre
salentina sul Gargano si segnalano presenze importanti: dal corvo
imperiale all'airone cinerino. Con un pò di attenzione e con molta
discrezione, è possibile trascorrere giornate intere sul promontorio
ossevando parte del mondo animale. Nei luoghi più nascosti e umidi
del sottobosco, vivono le salamandre. Mentre vicino ai corsi d'acqua
è possibile incontrare, d'estate, la rana verde o il rospo smeraldo.
In primavera, invece, con un pò di fortuna, si possono osservare
le danze di corteggiamento dei tritoni. Lungo i sentieri dei boschi
e lungo le radure lucertole e ramarri non mancano. Meno agevole
è l'incontro con il cervone e l'orbettino (due specie di rettili).
Le vipere si segnalano soprattutto nella parte alta della
montagna, nelle zone più impervie ed esposte al sole. Tra i mammiferi
ricordiamo il capriolo e il gatto selvatico (sempre più raro) specie
che si trova specialmente nelle pinete lungo la costa e che risulta
essere completamente autoctona e autonoma rispetto a quello appenninica..
La notte è il regno del tasso,della martora, del riccio, del ghiro,
della faina, dell' istrice, del cinghiale e della volpe che è ritornata
ad essere molto presente nelle canpagne e nelle vicinanze dei centri
abitati.
Ad ogni ora e in ogni ambiente, è possibile ascoltare e osservare
gli uccelli. Al mattino, frequente è il canto della cincia, del
pettirosso, del merlo. Verso la tarda mattinata è possibile vedere
volteggiare rapaci quali la poiana, il nibbio reale, dalla coda
ampia biforcuta, il piccolo gheppio, color ruggine, il biancone,
il pecchiaiolo. All' imbrunire la campagna e i boschi si popolano
di richiami, a volte, anche acuti. Niente paura, sono gufi, civette,
barbagianni, allocchi, assioli che segnalano il loro territorio.
Sul Gargano diverse sono le specie di uccelli che vengono dall'Africa
a riprodursi. L'upupa e il cuculo per primi. Falco pellegrino, airone
rosso, gru, cavaliere d' Italia, cingo fenicottero, allocco, beccaccia,
fagiano, chiurlo e rondone, sono alcune tra le specie che vivono,
nidificano e che sostano su Gargano.
LA GROTTA

La natura geologica del Gargano, tipicamente carsica, ha
causato fenomeni diffusi di erosione sia in superficie sia in profondità,
dando luogo a voragini, conche, grotte. E' questa l'altra faccia
del Gargano; una faccia rude e aspra. Innumerevoli sono i fenomeni
carsici sul Gargano: Primo fra tutti le doline che, senza alcuna
esagerazione nel loro conteggio, si aggirano attorno alle quattromila
unità. Sulla pianura di monte Nero, dietro San Giovanni Rotondo,
ce ne sono ottanta, ogni chilometro quadrato. La più grande, con
un perimetro di quasi due chilometri, e la profondità di centodieci
metri è la "dolina pozzatina", al chilometro 13, sulla strada provinciale
che da San Marco in Lamis va a Sannicandro Garganico.Consigliamo
vivamente a chiunque di fernarsi anche solo per un attimo sull'orlo
di questa enorme "tinozza" per godere un quadro naturale di una
semplicità millenaria. Grotte, pietre e roccia sono i dominatori
assoluti del paesaggio, del resto, per alcuni, il toponimo di "Gargano"
deriva proprio dalla voce fenicia "Gargaro". Anche nei pressi di
San Giovanni Rotondo vi è un'altra esempio carsico da primato e
cioè la voragine di "Campolato", la più profonda della Puglia.
Sul Gargano, da sempre, vengono gruppi speleologici da tutta Italia
per far palestra e per ammirare questi fenomeni unici. Altri fenomeni
dalla bellezza unica al mondo sono le grotte di mare. Lungo la costa
tra Peschici e Mattinata, è un continuo susseguirsi di capolavori
naturali di architettura, scavati dall'acqua e dal vento.
Ne citiamo qui di seguito i nomi: "Pomodori", "Rossa", "Sfondata",
"Campana", "Contrabbandieri" (è per così dire la grotta storica
del Gargano; essa fu scoperta per prima nel 1954 da due pescatori:
Francesco Sante e Michele Trimignino.) "Calda", "Smeraldo", "Del
serpente", "Dei colombi", "Dei marmi", solo per citarne qualcuna.
Sicuramente tutte queste grotte sono da non perdere. Nelle località
balneari è semplicissimo trovare barche che organizzino una gita
in queste meraviglie.
FIORENTINO

In agro di Torremaggiore, a 9 chilometri a sud della città,
sul versante ovest di una collina detta dello Sterparone (sperone
interfluviale delimitato dal Canale della Bufala e dal Canaletto),
si ergeva il centro abitato di Fiorentino, antica sede vescovile.
Sorta su un'importante arteria che da Teanum Apulum conduceva a
Luceria, Fiorentino, venne edificata, "ex nihilio" tra il 1018 e
il 1023 dal catapano bizantino Basilio Baiohannes, insieme a Troia,
Civitate, Dragonara, etc... . La città fu inserita nel sistema strategico-difensivo
della frontiera settentrionale della Puglia, allo scopo di fronteggiare
gli attacchi dei nemici dell'impero di Bisanzio. Distrutta la città
nel 1255 durante le aspre lotte tra il papato e la Casa di Svevia,
gli abitanti superstiti si rifugiarono a Torremaggiore. Gli scavi
archeologici in corso del sito abbandonato hanno riportato alla
luce la domus federiciana con i segni evidenti delle distruzioni
e dei rifacimenti di età angioina. La cattedrale, intitolata a S.
Michele Arcangelo, oggetto di una recente indagine da parte della
Sopraintendenza ai Beni A.A.A.S. della Puglia, dominava nel settore
sud-occidentale della città, con la facciata rivolta alla magna
platea. E' plausibile che da esse provengano in buona parte le sculture
medioevali riusate come arredo urbano nelle chiese ed abitazioni
di Torremaggiore.
L'ARTIGIANATO
Grazie allo splendido isolamento, dovuto soprattutto alla
inaccessibilità del territorio, la manualità e la creatività sono,
da secoli, virtù innate nella gente garganica. Esse trovano la
loro più spontanea e affascinante espressione nell'artigianato locale.
Grandissima la varietà di produzione dovuta alla sopravvivenza di
tradizioni di antiche civiltà; antichi usi e antiche arti che ancora
si tramandano di padre in figlio, di generazione in generazione.
L'artigianato garganico è sicuramente legato alla vita agricola,
agli usi e alle abitudini dei pastori.
La ceramica: Importante è la produzione di oggetti di ceramica.
Ogni paese aveva i propri vasi dalle caratteristiche inconfondibili
e aveva gli artigiani che forgiavano, su antichi torni: cuccume,
salaturi, vasi, otri, piatti e tutti i più comuni oggetti d'uso
quotidiano per l'acqua, l'olio, le olive, le conserve. Altre produzioni
artistiche erano: i fischietti, le acquasantiere, le terracotte
rustiche e popolari, le imitazioni delle ceramiche elleniche.
Merletto: Per gli usi e le necessità che ogni famiglia aveva,
la tessitura a mano, ancora oggi, è patrimonio di tutte quelle
abitazioni dove ancora vivi sono i ricordi e i modelli di vita di
un tempo. I merletti come tutte le opere della manualità e della
creatività garganica si ispirano ai motivi semplici e spontanei
della vita dei campi e del mare: fiori, spighe, conchiglie, grappoli,
spine di pesce sono gli ornamenti più frequenti. A volte specialmente
nei luoghi di culto o sede di santuari vi è anche l'ispirazione
religiosa.
Ferro battuto: Anche se sono sempre più rari, in qualche
paese del Gargano, ancora qualcuno tramanda l'arte di battere il
ferro (letti, oggetti, articoli) e di martellare il rame per produrre
brocche, catini e scaldini. E' un'arte nobile e (oggi) anche molto
redditizia.
Il Legno: Il Gargano terra di boschi foreste e selve non poteva
avere una grossa presenza di artigiani del legno. Quella del legno
è forse, la più importante delle produzioni artigianali sul gargano;
sicuramente la più rappresentativa. Meravigliose sono le cassapanche
lavorate ad intarsio. Originali gli oggetti legati alla vita contadina
(dal bastone alle varie suppellettili). Il Protagonista vivo ed
essenziale di questa produzione è l'olivo. Questa pianta domina
il Gargano in maniera drammatica e solenne: Dai suoi rami contorti,
che esprimono l'irruenza della natura, si ottengono oggetti in legno
che conservano la stessa forza vitale e la stessa maestosita della
pianta ancora viva.